Attorno al Monte Pore (n.1)
km 30 x 1000 m d+ (esclusa seggiovia),
verso antiorario, quota min/max 1260/2430
Partiti da Selva di Cadore
andiamo ad intersecare la SP251 che sale al Passo Giau per mezzo di una
forestale che si stacca da sopra l’abitato.
Attraversato l’asfalto prendiamo in direzione opposta verso la frazione di
Posalz fino ad incontrare sulla nostra destra il sentiero con segnavia CAI 464.
La salita inizia con pendenze umane, ma diventano insostenibili man mano che ci addentriamo nel bosco. La sofferenza finirà quando arriveremo ad una fontana (wp B). Nei pressi di quest'ultima troveremo un bivio (wp C), noi prendiamo a dx a scendere, fino ad incrociare un guado. Superato il guado con qualche minuto a spinta saremo nuovamente nella strada che sale al Giau.
Seguiamo per un paio di km l’asfalto fino ad arrivare al Rifugio Fedare (wp G). Da qui si potrebbe salire pedalando prendendo il sentiero 463 che parte da dietro il rifugio, noi abbiamo optato per la seggiovia (euro 10.30) che ci porta senza fatica fino al Rifugio Averau. In questo modo potremo gustarci la bella discesa sul sentiero 441. Dopo la parte più spettacolare tra le rocce dolomitiche si passa per una zona a prati con magnifiche vedute sul Sella e la Marmolada.
Il sentiero diverrà una forestale che con tratti anche ripidi sbuca nella SR48 del Falzarego; con alcuni tagli tra un tornante e l’altro ci troveremo ad intercettare la “Strada della Vena”. Il sentiero con andamento sali/scendi non è il massimo della ciclabilità ….. ostacoli naturali e contropendenze sostenute rendono assai difficoltosa la pedalata, i più abili lo troveranno stupendo, altri lanceranno qualche imprecazione.
Al wp K il sentiero diventa molto più agevole e in breve saremo in località Larzonei, ancora in discesa raggiungiamo Colcuc. Da qui la Strada della Vena proseguirebbe sulla nostra sinistra, ma un cartello di divieto ci obbliga a scendere su asfalto (wp M). Seguendo la strada principale arriviamo a Colle S. Lucia, con qualche taglio e qualche risalita anche “piccante” torneremo a Salva di Cadore.
5/7/2014
n.d.a. : noi abbiamo fatto questo giro il 5/7/2014, purtroppo alle difficoltà tecniche di guida richieste dal sentiero chiamato “Strada della Vena” si sono aggiungere quelle del superamento (a volte estremamente difficoltose) dei numerosissimi alberi abbattuti dalla neve. Spero che chi andrà a fare questo giro trovi condizioni migliori.
La salita inizia con pendenze umane, ma diventano insostenibili man mano che ci addentriamo nel bosco. La sofferenza finirà quando arriveremo ad una fontana (wp B). Nei pressi di quest'ultima troveremo un bivio (wp C), noi prendiamo a dx a scendere, fino ad incrociare un guado. Superato il guado con qualche minuto a spinta saremo nuovamente nella strada che sale al Giau.
Seguiamo per un paio di km l’asfalto fino ad arrivare al Rifugio Fedare (wp G). Da qui si potrebbe salire pedalando prendendo il sentiero 463 che parte da dietro il rifugio, noi abbiamo optato per la seggiovia (euro 10.30) che ci porta senza fatica fino al Rifugio Averau. In questo modo potremo gustarci la bella discesa sul sentiero 441. Dopo la parte più spettacolare tra le rocce dolomitiche si passa per una zona a prati con magnifiche vedute sul Sella e la Marmolada.
Il sentiero diverrà una forestale che con tratti anche ripidi sbuca nella SR48 del Falzarego; con alcuni tagli tra un tornante e l’altro ci troveremo ad intercettare la “Strada della Vena”. Il sentiero con andamento sali/scendi non è il massimo della ciclabilità ….. ostacoli naturali e contropendenze sostenute rendono assai difficoltosa la pedalata, i più abili lo troveranno stupendo, altri lanceranno qualche imprecazione.
Al wp K il sentiero diventa molto più agevole e in breve saremo in località Larzonei, ancora in discesa raggiungiamo Colcuc. Da qui la Strada della Vena proseguirebbe sulla nostra sinistra, ma un cartello di divieto ci obbliga a scendere su asfalto (wp M). Seguendo la strada principale arriviamo a Colle S. Lucia, con qualche taglio e qualche risalita anche “piccante” torneremo a Salva di Cadore.
5/7/2014
n.d.a. : noi abbiamo fatto questo giro il 5/7/2014, purtroppo alle difficoltà tecniche di guida richieste dal sentiero chiamato “Strada della Vena” si sono aggiungere quelle del superamento (a volte estremamente difficoltose) dei numerosissimi alberi abbattuti dalla neve. Spero che chi andrà a fare questo giro trovi condizioni migliori.
MONTE PORE (N. 2)
KM 30 X 1400 M VERSO ANTIORARIO - QUOTA MIN/MAX 1000 / 2140
Questo giro si propone il periplo del Monte Pore utilizzando un sentiero di rientro completamente diverso.
Partiamo da Caprile e seguendo la SP20 raggiungiamo in salita Selva di Cadore e successivamente la frazione di Pian. Non appena raggiunta la SP251 prendiamo a sx in salita (WP01) la forestale che con pendenze al limite ci porterà alle case Troi e Posalz.
Prendiamo ora il sent. 464 sempre in salita, a volte ancora particolarmente ripida; al WP03 prendiamo a dx in discesa il sentiero che ci porterà al guado sul torrente Codalunga. Una volta oltrepassato il corso d’acqua dovremo risalire il pendio a spinta per alcuni minuti sulla evidente traccia tra l’erba fino a sbucare sulla strada asfaltata che sale a passo Giau.
Seguiamo ora per alcuni chilometri con pendenza costante il nastro d’asfalto fino a raggiungere il rifugio Fedare (WP06) da dove parte il sentiero 463 che ci porterà allo scollinamento (WP07) da dove avremo una splendida veduta sulle Dolomiti che ci circondano: Marmolada, Sella, Nuvolau e Averau.
Iniziamo ora la lunga, divertente e abbastanza semplice discesa prima tra prati e distese infinite di rododendri e poi addentrandoci nel bosco
Arrivati a Colcuc (WP09) dovremo superare una risalita di circa 1.5 km per poi tornare a scendere verso Colle Santa Lucia (WP10). Tornati all’asfalto prendiamo a dx in leggera salita per un ulteriore chilometro e mezzo circa fino a raggiungere il Belvedere (WP11) da dove si stacca a sx l’ultimo entusiasmante trail che ci riporterà a Caprile da dove eravamo partiti.
17/06/2017
Note dell’autore
Personalmente, considerate le dure rampe al limite del pedalabile che si devono affrontare prima di ritornare alla strada SP638 del Passo Giau, io consiglio di fare tutta la salita fino al Rif. Fedare (WP06) su asfalto.
Alla data del giro da Col di Larzonei (WP08) in poi fino a Colcuc e anche oltre ci sono dei lavori e dei cartelli vietano il passaggio per pericoli derivanti da macchinari in movimento e/o carichi sospesi. Io ho fatto il giro di sabato e sono passato senza nessun problema ma non posso garantire che durante i giorni lavorativi qualcuno vi impedisca di concludere il giro.
Partiamo da Caprile e seguendo la SP20 raggiungiamo in salita Selva di Cadore e successivamente la frazione di Pian. Non appena raggiunta la SP251 prendiamo a sx in salita (WP01) la forestale che con pendenze al limite ci porterà alle case Troi e Posalz.
Prendiamo ora il sent. 464 sempre in salita, a volte ancora particolarmente ripida; al WP03 prendiamo a dx in discesa il sentiero che ci porterà al guado sul torrente Codalunga. Una volta oltrepassato il corso d’acqua dovremo risalire il pendio a spinta per alcuni minuti sulla evidente traccia tra l’erba fino a sbucare sulla strada asfaltata che sale a passo Giau.
Seguiamo ora per alcuni chilometri con pendenza costante il nastro d’asfalto fino a raggiungere il rifugio Fedare (WP06) da dove parte il sentiero 463 che ci porterà allo scollinamento (WP07) da dove avremo una splendida veduta sulle Dolomiti che ci circondano: Marmolada, Sella, Nuvolau e Averau.
Iniziamo ora la lunga, divertente e abbastanza semplice discesa prima tra prati e distese infinite di rododendri e poi addentrandoci nel bosco
Arrivati a Colcuc (WP09) dovremo superare una risalita di circa 1.5 km per poi tornare a scendere verso Colle Santa Lucia (WP10). Tornati all’asfalto prendiamo a dx in leggera salita per un ulteriore chilometro e mezzo circa fino a raggiungere il Belvedere (WP11) da dove si stacca a sx l’ultimo entusiasmante trail che ci riporterà a Caprile da dove eravamo partiti.
17/06/2017
Note dell’autore
Personalmente, considerate le dure rampe al limite del pedalabile che si devono affrontare prima di ritornare alla strada SP638 del Passo Giau, io consiglio di fare tutta la salita fino al Rif. Fedare (WP06) su asfalto.
Alla data del giro da Col di Larzonei (WP08) in poi fino a Colcuc e anche oltre ci sono dei lavori e dei cartelli vietano il passaggio per pericoli derivanti da macchinari in movimento e/o carichi sospesi. Io ho fatto il giro di sabato e sono passato senza nessun problema ma non posso garantire che durante i giorni lavorativi qualcuno vi impedisca di concludere il giro.